I. M. Pei: ritratto di un archistar
I. M. Pei, archistar cino-americana famosa in tutto il globo, ha firmato molti edifici, università e musei in tutto il mondo; in Italia, Pei ha disegnato il palazzo sede della Regione Lombardia a Milano. Muore a 102 anni.
I. M. Pei – Ieoh Ming Pei -, figlio di un banchiere cinese, lascia il suo Paese nel 1935 e arriva negli Stati Uniti a 18 anni. Qui studia architettura al Mit – Massachusetts Institute of Technology – dove consegue la laurea e frequenta la Harvard University per il master.
Dopo alcuni anni di insegnamento e di attività per il governo americano, si trasferisce a New York e lavora per un costruttore. Nel 1955 diventato cittadino statunitense e apre il suo studio, il rinomato I.P.& Partners.
Nel 1983 vince il Premio internazionale di architettura Pritzker e destina i 100mila dollari incassati al lancio di un programma per consentire ad aspiranti architetti cinesi di studiare negli Usa. Nel 1992 il presidente George H. W. Bush gli ha conferito la Medaglia presidenziale della libertà.
Tra le sue opere più rinomate, oltre alla piramide del Louvre – la sua opera più celebre fortemente voluta dal presidente François Mitterrand, inaugurata nel 1989 – la East Building della National Gallery di Washington, la Biblioteca di J.F. Kennedy a Boston, il Deutsches Historisches Museum di Berlino e il museo d’arte della città cinese Suzhou, inaugurato nell’ottobre del 2006, realizzato rispettando le tradizioni culturali locali, ma con l’impiego di materiali innovativi.
Le opere di I. M. Pei si trovano anche in Italia; nel nostro Paese disegna infatti il palazzo sede della Regione Lombardia a Milano che ha trasformato lo skyline della città mescolando forme rettangolari e curve.
I. M. Pei è stato uno degli ultimi grandi maestri dell’architettura modernista. Ha lavorato con le forme astratte, usando la pietra, il calcestruzzo, il vetro e l’acciaio.
I. M. Pei muore a 102 anni.
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