Gli edifici da vedere a Milano secondo il New York Times
Dopo aver segnalato Milano come uno dei 52 “Place to go” 2025, ora il New York Times esalta anche i suoi edifici. Secondo il quotidiano americano la città ha la fama di essere grigia, ma la sua architettura è tutt’altro che noiosa.
Dalla Torre Velasca al bosco verticale il New York Times ha proposto 10 monumenti, elencati nell’ordine in cui sono stati costruiti, che mostrano la diversità dei secoli di architettura milanese e che vale la pena di vedere a Milano.
Il primo monumento da vedere è il simbolo della città lombarda, il Duomo, seguito dalla Galleria Vittorio Emanuele, opera in stile neorinascimentale progettata da Giuseppe Mengoni completata nel 1877 e considerata il centro commerciale più antico del mondo.
Terza posizione per Villa Necchi Campiglio, costruita tra il 1932 e il 1935 per l’importante famiglia di industriali da cui prende il nome dall’architetto Piero Portaluppi noto per l’utilizzo di materiali sontuosi (es. marmi rari, come il Verde Prato verde giada) e le tecnologie più all’avanguardia. A seguire Villa Borsani, a Varedo, che l’architetto Osvaldo Borsani completò per la sua famiglia nel 1945 utilizzando lo stile razionalista.
Non poteva mancare, poi, il Castello Sforzesco, uno dei più grandi edifici fortificati d’Europa. Sesto posto per la Torre Velasca, grattacielo di 26 piani che ricorda una torre di guardia medievale, con rivestimento in pietra scura, finestre profonde e una cima a forma di fungo sostenuta da montanti a vista.
Ci sono poi la Chiesa di Santa Maria Annunciata, costruita da Giò Ponti tra il 1964 e il 1969 come luogo di ristoro per i visitatori e i pazienti dell’adiacente Ospedale San Carlo Borromeo, e il ristorante Da Giacomo.
A chiudere il Bosco Verticale e Fondazione Prada.
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