Tasso variabile, ultima chiamata
È sempre così: quando i tassi stanno ai minimi tutti scelgono il tasso variabile. Quando sono ai massimi tutti scelgono il tasso fisso. Peccato che nel primo caso si rischia di vedere aumentare nel tempo la rata del proprio mutuo e se non si sono fatti bene i conti il pericolo è di arrivare strozzati a fine mese. Nel secondo, invece, c’è il rischio di non approfittare del calo fisiologico che ciclicamente prima o poi arriva.
Così, la maggior parte degli italiani che compra casa continua a chiedere un mutuo a tasso variabile oggi che il tasso Euribor a tre mesi (preso come riferimento per questo tipo di finanziamenti) è fermo allo 0,71%. Un livello bassissimo. L’ultimo rapporto di Mutuionline indica infatti come il 43% dei mutui erogati nel secondo semestre del 2009 siano serviti per sostituire o surrogare il mutuo precedente per lo più per rinegoziare i tassi, mentre il 65% dei nuovi prodotti erogati sono a tasso variabile e solo il 33% a tasso fisso. Esattamente il contrario di quanto accaduto nei primi sei mesi dell’anno.
Il rischio è chiaro: attirati (in ritardo) dal basso livello dei tassi di interesse si sono tutti buttati sui mutui a tasso variabile aumentando anche la richiesta di importo medio da 138 a 143 mila euro. Ma si tratta di un’ultima chiamata.
A breve, forse già nei primi mesi del 2010, la Banca centrale europea potrebbe iniziare a tirare su i tassi dando man forte all’economia per tentare di sostenere un primo barlume di ripresa. Di quanto aumenteranno è difficile dirlo. Ma non è forse esagerato sostenere che nel giro di un anno potrebbero crescere almeno di un punto percentuale.
È bene farsi i conti. Calcolare, simulare la propria rata di mutuo con un tasso di riferimento maggiore rispetto a quello attuale. Per non farsi trovare impreparati a fine mese quando questo rialzo da potenziale sarà diventato reale.