Al Salone del Mobile anche l’installazione di David Lynch
Nelle due stanze identiche, immaginate e immaginifiche, di David Lynch, porte simboliche da attraversare prima di immergersi nella Manifestazione, i visitatori del Salone del Mobile.Milano vivono un’esperienza immersiva di silenzio e riflessione, alla ricerca di un senso e di una connessione con lo spazio, gli altri e l’altro.
Per la sua 62ª edizione, il Salone del Mobile.Milano ha scelto David Lynch, il regista dell’inconscio, per raccontare e riflettere in modo originale e metafisico su come la produzione di interni sia in grado di plasmare e creare ambienti che entreranno in relazione profonda, a tratti simbiotica e simbolica, con chi li vivrà e li arrederà. Ne è nata un’installazione suggestiva, avvolgente e visionaria che regala un’esperienza intima e profonda. Una stanza per pensare.
“Interiors by David Lynch. A Thinking Room” mette in scena – attraverso il linguaggio scenografico del cinema e del teatro – due stanze, relativamente piccole e vuote, eccezion fatta per la grande poltrona centrale in legno dotata di strumenti per scrivere, disegnare e dipingere e di sette cilindri che la collegano al sotto, alcune nicchie con immagini – se non inquietanti, quantomeno conturbarti – scelte dal regista, uno specchio e un orologio. Tutt’intorno, un sipario ondulato che ritma le pareti e scandisce il tempo, sotto ai piedi doghe come onde marine, sopra la testa un sotto curvilineo dorato collegato ai tubi e alla poltrona tramite sette fili di luce. Il vuoto, tuttavia, è solo apparente: le stanze sono colme di blu, di oro, di luce, di silenzio.
David Lynch ce le fa attraversare e vivere – meglio se in solitudine – proprio prima di entrare in contatto con il loro opposto: la folla, il brusio, la moltitudine dei progetti esposti in fiera. Perché? Forse perché una stanza vuota insegna come diventare un contenitore vuoto ma pronto, capace, accogliente.
L’abilità di stare in una stanza così è quella di liberare cuore e mente, lasciar cadere opinioni, deduzioni, pregiudizi perché si rivelino altri spazi, altre possibilità, si possa accogliere nuovi pensieri, percezioni, immagini, sensazioni. Ecco allora che, forse, queste stanze blu ci preparano a vivere in modo più consapevole, profondo e concentrato l’esperienza successiva, quella del Salone.
“Anche solo pensare di poter immaginare una stanza per pensare è piacevole – commenta David Lynch – una stanza che aiuti a farlo accadere. Il pensiero, intendo.”.
Il progetto “Interiors by David Lynch. A Thinking Room” ha visto la collaborazione del Piccolo Teatro di Milano, che ha realizzato materialmente gli affascinanti immaginari e i pensieri artistici di David Lynch.
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