Milano, il progetto MI.C porta un nuovo grattacielo in città
Piazza Luigi di Savoia a Milano vedrà un restyling: l’hotel Michelangelo lascerà il posto alla Torre Mi.C, un edificio di 22 piani alto circa 94 metri e in grado di ospitare uffici per oltre duemila persone.
MI.C è un progetto di disegno urbano, paesaggio e architettura opera dello studio Park associati che punta a rigenerare la zona della Stazione Centrale di Milano. L’intervento crea un nuovo complesso architettonico che darà nuova vita all’ex Hotel Michelangelo, simbolo dello skyline milanese da più di mezzo secolo.
Il concept mira alla razionalizzazione dei flussi di spostamento e all’implementazione della pedonalità: il verde diviene attore principale della transizione proposta, sia attraverso la creazione di un giardino ai piedi del nuovo complesso, sia attraverso l’attivazione d’un paesaggio naturale diffuso. Percorsi alberati e giardini urbani ne diventano i nuovi luoghi d’aggregazione sociale e relazionale.
Gli stessi servizi esistenti, quali taxi e bike sharing verranno migliorati dall’inserimento di una velostazione e aree coworking direttamente collegate al nuovo edificio.
Il nuovo edificio è composto prevalentemente da due torri adiacenti che si sviluppano da un volume in cortina che lega il complesso al suo isolato. Al piano terra l’edificio arretra rispetto al suo massimo sviluppo in altezza, andando a generare un naturale prolungamento della piazza. Un articolato sistema di spazi verdi diversi tra loro che si sviluppa dall’ingresso fino agli spazi comuni in sommità, aumentano la qualità architettonica generale di tutto il sistema. È una sorta di “spina verde” che, partendo dall’esterno, sale nella hall del piano terra e corre all’interno dell’edificio per assumere, in alcuni punti, una dimensione più rilevante che definisce spazi naturali indoor e outdoor.
La facciata rappresenta, tuttavia, l’elemento più dinamico dell’intervento. Essa si adatta e cambia coerentemente con lo sviluppo della vita interna dell’edificio. Il vetro è protagonista: sia come elemento di trasparenza, sia come motivo di composizione, grazie ad elementi a cuspide, parzialmente opachi e parzialmente trasparenti, che mutano la propria inclinazione a mano a mano che acquistano verticalità. In corrispondenza dei piani speciali, quelli in cui la spina verde emerge e si propende verso la città, la facciata si apre, aumentando la propria componente trasparente e svelandone l’elemento naturale contenuto al suo interno. Il risultato è un edificio adattabile che muta e si presenta sempre diverso a seconda delle particolari esperienze di cui si rende protagonista.
La nuova torre sarà pronta per le Olimpiadi invernali 2026, i cantieri apriranno nel 2023.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Puoi contattarci per proporre collaborazioni, storie, idee, progetti, notizie, comunicati stampa, etc.
E-mail: redazione@casa.it