Acquisto prima casa: quali spese?
I costi per acquistare una casa sono di diversa natura. In primo luogo, c’è la parcella del notaio, alla quale si aggiunge la percentuale da corrispondere all’agenzia immobiliare della quale ci si sia eventualmente avvalsi per trovare l’immobile più adatto alle proprie esigenze, che di norma si aggira attorno al 2-3% del prezzo di vendita.
Vi sono poi le imposte, che per la prima casa sono tuttavia più contenute rispetto a quelle previste per l’acquisto di un immobile che non ha tale caratteristica.
Imposte per acquistare una prima casa
In particolare, per l’acquisto di una prima casa da un privato si pagano:
- l’imposta di registro al 2%;
- l’imposta ipotecaria nella misura fissa di 50 euro;
- l’imposta catastale nella misura fissa di 50 euro.
Laddove, invece, il venditore sia un’impresa soggetta a IVA, si pagano:
- l’IVA al 4%;
- l’imposta di registro nella misura fissa di 200 euro;
- l’imposta ipotecaria nella misura fissa di 200 euro;
- l’imposta catastale nella misura fissa di 200 euro.
Le spese per il mutuo
Se, poi, non si ha liquidità sufficiente per procedere all’acquisto e si deve ricorrere a un prestito, occorre mettere in cantiere anche le spese per il mutuo.
In generale, oltre al pagamento degli interessi, la stipula di un contratto di mutuo comporta:
- ulteriori costi notarili;
- spese di perizia;
- spese di istruttoria;
- spese per il pagamento dell’imposta sostitutiva.
Si tratta di importi variabili a seconda della banca alla quale ci si rivolge (e, ovviamente, di quale sia il notaio incaricato della stipula).
Agevolazioni prima casa: quali requisiti
Per poter accedere ai benefici prima casa dei quali si è fatto cenno sopra, non basta genericamente dichiarare che l’immobile verrà adibito ad abitazione principale, ma occorre anche la sussistenza dei seguenti requisiti:
- l’acquirente deve risiedere nel Comune in cui è situato l’immobile o deve trasferirvi la propria residenza entro 18 mesi dall’acquisto;
- l’acquirente non deve essere proprietario di altri immobili adibiti a prima casa in qualsiasi Comune italiano e non deve essere titolare di diritti di uso, usufrutto o abitazione su altro immobile nel Comune in cui si trova quello acquistato;
- l’immobile non deve essere rivenduto nei cinque anni successivi all’acquisto (salvo il caso del riacquisto).
Se manca o viene meno anche uno solo di tali presupposti, si decade dal diritto di godere delle agevolazioni prima casa.
Immobili di lusso
Ai predetti requisiti se ne aggiunge un altro, non meno importante: la prima casa che si acquista non deve rientrare tra gli immobili di lusso.
Il che vuol dire che deve necessariamente appartenere a una delle seguenti categorie catastali:
- A/2: abitazioni di tipo civile;
- A/3: abitazioni di tipo economico;
- A/4: abitazioni di tipo popolare;
- A/5: abitazioni di tipo ultrapopolare;
- A/6: abitazioni di tipo rurale;
- A/7: abitazioni in villini;
- A/11: abitazioni e alloggi tipici dei luoghi.
Restano esclusi dai benefici prima casa gli immobili appartenenti alle categorie A/1, A/8 e A/9.
Detrazioni fiscali
Si precisa, infine, che chi acquista una prima casa può in ogni caso portare in detrazione in sede di denuncia dei redditi i costi per l’intermediazione immobiliare, gli interessi dei mutui e i vari oneri accessori.
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