Quali documenti servono se si vuole vendere una casa ereditata
Quando si eredita una casa, spesso risulta conveniente venderla. Avere una seconda casa, soprattutto se in una bella località di villeggiatura ha sicuramente i suoi vantaggi, spesso però la scelta si rivela poco conveniente. Basti pensare ai costi di ristrutturazione, alle tasse e alle spese per le utenze.
Occorre sapere però che vendere una casa ereditata richiede il preventivo espletamento di una serie di formalità preliminari di carattere civilistico e fiscale legate alla successione ereditaria. Ai normali documenti da presentare al notaio per predisporre il rogito si aggiungono infatti quelli che hanno la finalità di dimostrare che chi vende la casa ne ha la titolarità effettiva e che il bene, dal punto di vista fiscale, è in regola con il pagamento delle tasse e delle imposte legate al suo trasferimento mortis causa.
I documenti della successione
Bisogna innanzitutto sapere che nel momento in cui si eredita una casa non se ne diventa automaticamente proprietari.
Occorre infatti accettare l’eredità trasmessa dal defunto, in quanto l’accettazione è lo strumento grazie il quale il chiamato a succedere acquista il diritto sulla stessa e assume la qualità di erede con effetto dal giorno dell’apertura della successione. Accettazione che, in virtù di quanto sancito dall’art. 480 c.c. si prescrive nel termine di 10 anni dall’apertura della successione e che, in base a quanto previsto dagli artt. 475 e 476 del codice civile, può essere espressa o tacita.
Accettazione espressa e tacita
L’accettazione in forma espressa avviene quando il chiamato all’eredità manifesta questa volontà in un atto pubblico o in una scrittura privata.
L’accettazione invece è tacita quando, anche in assenza di una dichiarazione esplicita, si compiono atti che presuppongono la volontà di accettare l’eredità. La vendita dell’immobile ereditato è l’esempio più tipico di accettazione tacita di eredità. In questo caso però, al momento del rogito, il notaio deve rendere formale l’accettazione dell’eredità con la sua trascrizione, per la quale occorre il certificato di morte e l’atto o dichiarazione di successione.
Con questo adempimento, che garantisce il rispetto del principio di continuità delle trascrizioni, l’acquirente e la banca mutuante vengono tutelati dall’erede apparente, figura che, pur non avendone titolo, compie gli atti tipici dell’erede effettivo, con grave pregiudizio dei diritti dei terzi.
Dichiarazione di successione
Un documento di natura fiscale, necessario per consentire il calcolo e il pagamento delle imposte gravanti sul patrimonio del defunto è invece la dichiarazione di successione, che deve essere presentata dai chiamati all’eredità, dagli eredi e dai legatari entro il termine di 12 mesi dall’apertura della successione, che in genere coincide con la data della morte del de cuius.
I documenti necessari alla vendita immobiliare
Espletate tutte le formalità legate alla successione e raccolti tutti documenti sopra elencati è necessario reperire e fornire all’acquirente tutta la documentazione necessaria per la stipula del contratto, che non differisce da quella richiesta per una normale compravendita:
– copia del codice fiscale e di un documento identificativo in corso di validità;
– certificato di residenza;
– permesso di costruire (licenza o concessione);
– scheda e certificato catastale dell’immobile;
– atto di acquisto dell’immobile da parte del defunto;
– certificazione dello stato matrimoniale patrimoniale (comunione legale o separazione dei beni);
– eventuali domande di concessione in sanatoria;
– attestato di prestazione energetica;
– regolamento del condominio se l’immobile fa parte di un complesso condominiale;
– contratto di locazione eventualmente in corso.
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