Rigenerare le aree interne può valere 2 miliardi
È stato siglato un accordo tra CNAPPC (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) e UNCEM per definire un nuovo piano per agevolare investimenti e interventi di recupero, per riabitare borghi e centri storici.
Nei 5.552 piccoli Comuni d’Italia si trova una casa vuota ogni due occupate: solo il 15% di quelle disponibili ospiterebbero 300mila abitanti, e le opere di adeguamento edilizie potrebbero valere 2 miliardi di euro nella rigenerazione e decine di migliaia di nuovi addetti.
L’accordo punta alla promozione e allo sviluppo dei territori montani – anche attraverso un migliore utilizzo dei fondi europei, regionali e nazionali disponibili volti alla rigenerazione dei processi di sviluppo locale – con nuovi strumenti di pianificazione urbanistica, progettazione architettonica, ripensamento degli spazi pubblici e privati nei borghi e nei villaggi alpini e appenninici; punta a rappresentare gli interessi degli enti locali della montagna nei rapporti con Governo, Parlamento, Stato e Regioni; a costruire opportunità di sviluppo per rendere più smart e green i territori rurali, montani e interni italiani, sostenendo la realizzazione di reti infrastrutturali, anche digitali; punta, inoltre, a promuovere una politica per la montagna che inserisca le popolazioni montane nel più ampio processo di sviluppo perseguito ad ogni livello istituzionale e attuato secondo criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Inoltre questo accordo mira a sollecitare ricerche e studi diretti a individuare le soluzioni da suggerire agli Enti locali, alle Regioni, al Governo, al Parlamento e agli organismi europei anche finalizzate allo sviluppo sostenibile; a incentivare, tra le Amministrazioni dei Comuni e di tutti gli Enti territoriali, modalità pubbliche di selezione dei migliori progetti per interventi di recupero o di nuove opere, al fine di individuare migliori opportunità e strategie.
Walter Baricchi, componente del CNAPPC sottolinea che “l’equilibrio tra città ed aree interne deve essere completamente rivisto alla luce delle nuove modalità di vita, lavoro, tempo libero che il post Covid ci sta imponendo: è assolutamente necessario che questi cambiamenti – e l’Accordo con UNCEM ha questa finalità – si trasformino in opportunità. A questo proposito sono fondamentali le politiche di rigenerazione pensate proprio alla luce di questi cambiamenti e passando, quindi, dalla rigenerazione urbana tout court alla rigenerazione dei territori”.
“Questo accordo di collaborazione è particolarmente importante per UNCEM – spiega Marco Bussone, Presidente nazionale dell’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – Stringiamo un patto per generare opportunità di sviluppo nei borghi e nei territori montani del Paese, Alpi e Appennini, il 54% dell’Italia, che ripartono da una valorizzazione del patrimonio, degli spazi, degli immobili. Attuiamo così un altro pezzo della legge 158 del 2017 sui piccoli Comuni. La fase del lockdown, con la pandemia, ha acceso i riflettori su temi che UNCEM e gli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ben conoscono perché sono per noi in cima all’agenda da almeno due decenni e sui quali ora possiamo lavorare a livello nazionale, istituzionale e operativo”.
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