Tassare la prima casa: la proposta della Corte dei Conti
Arriva come una doccia fredda la proposta della Corte dei Conti di tassare la prima casa. Dopo anni di lotte politiche per eliminare questo balzello su piccole case, acquistate con sacrifici e rinunce e che non rappresentano certo un simbolo di ricchezza, soprattutto in un momento come questo, sembra incredibile che si possa anche solo pensare di tassare la prima casa.
Prima d’indagare per quali ragioni la Corte dei Conti propone l’abolizione dell’Imu sull’abitazione principale però, ricordiamo brevemente che cos’è l’Imposta Municipale propria, quando ne è stata disposta l’esenzione e l’ultimo intervento normativo che l’ha modificata.
Imu prima casa: esente dal 2013
La tassa sulla prima casa è stata oggetto di numerosi interventi legislativi, alcuni finalizzati a una modulazione della stessa, altri invece alla sua eliminazione definitiva. Risultato?
La prima casa non è più soggetta al pagamento dell’Imposta Municipale propria dopo che la legge n. 147/2013 ha incluso questa imposta nella Iuc, ossia l’imposta unica comunale, comprensiva anche della Tasi e della Tari.
Attenzione però, non tutte le prime case sono esenti dal pagamento dell’Imu. Non lo sono ad esempio quelle che appartengono alle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (ville) e A/9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici).
L’ultimo intervento legislativo di rilievo che ha coinvolto l’Imu si è realizzato con la legge di bilancio 2020 n. 160/2019, che dal comma da 739 a 783 detta una disciplina che si pone in linea di continuità con il regime precedente, di cui costituisce una mera evoluzione.
Lo shock economico provocato dal Covid19
Dopo anni di esenzione dall’Imu per le prime abitazioni, il rapporto del 2020 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti ne prospetta la reintroduzione, in seguito a una complessa analisi della situazione economica attuale, gravemente colpita dall’emergenza epidemiologica causata dal Covid19.
Come emerge dal documento di sintesi del rapporto “L’impatto economico della crisi sarà marcato e si produrrà attraverso canali di offerta e di domanda, diretti e indiretti, interni ed esterni. Si è infatti di fronte ad uno shock di natura peculiare, che mal si presta a confronti con altre perturbazioni conosciute nella storia economica moderna e trova il suo fattore di innesco in un evento esogeno
assimilabile ad un disastro naturale, con il relativo improvviso blocco di una parte del sistema produttivo (i comparti cosiddetti non essenziali).”
Verso la reintroduzione dell’Imu prima casa?
Il Rapporto della Corte dei Conti non parla espressamente della reintroduzione dell’Imu prima casa. Lo fa indirettamente facendo presente che: “I quattro tributi principali, se si fa eccezione per la TARI che rappresenta una tariffa e garantisce un gettito complessivo inferiore ai 7 miliardi nelle Regioni a statuto ordinario, forniscono al complesso dei Comuni risorse per circa 15 miliardi, con la parte preponderante esercitata dall’IMU. I tributi minori, complessivamente, garantiscono un gettito inferiore a 1 miliardo di euro. Si riscontra nel sistema attuale – e anche nei tentativi di riordino e semplificazione poi sospesi –l’affidamento in via principale a tributi che abbiano un collegamento con basi imponibili di natura immobiliare. L’imposizione immobiliare presenta infatti il vantaggio di conformarsi al principio del beneficio come criterio di ripartizione dei tributi, dato che è ragionevole presumere che il valore dei servizi comunali – o la loro assenza – abbia un riflesso importante sui valori immobiliari. In questo modo beneficiari e finanziatori dei servizi tendono a coincidere. Con l’esenzione dell’abitazione principale questa relazione viene meno e la principale imposta comunale finisce per colpire numerosi soggetti per i quali il virtuoso circuito tra tassazione e rappresentanza politica si interrompe.”
Per la Corte in sostanza l’esonero dell’Imu avvantaggia proprio coloro che beneficiano maggiormente, in quanto residenti, dei servizi Comunali. In questo modo si fa ricadere la spesa su soggetti che, o perché titolare di una seconda abitazione nel Comune o di un immobile destinato solo allo svolgimento di attività lavorativa, di fatto beneficiano meno dei servizi suddetti.
Scarica il Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica
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Il decreto liquidità n. 23/2020 dispone all’art. 24 che: “I termini previsti dalla nota II-bis all’articolo 1 della Tariffa parte prima, allegata al testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, nonché il termine previsto dall’articolo 7 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, ai fini del riconoscimento del credito d’imposta per il riacquisto della prima casa, sono sospesi nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 dicembre 2020.”
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Se ci sarà anche la tassa sulla prima casa si andrà incontro ad una guerra civile! Sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso.
sempre con quest toni. Se i soldi non ci sono può essere un modo per ristabilire qualcosa in questo paese alla deriva. La goccia che fa traboccare il vaso è quella dell’ignoranza, e il vaso è traboccato una ventina di anni fa.
L’italiano non si muoverà nemmeno questa volta. È un popolo di codardi
Tagliate i i vostri mega ultra stipendi. DOVRESTE VERGOGNARVI AL SOLO PENSARE DI RITASSARE LA PRIMA CASA
Io sono contrario a qualsiasi ulteriore gabella
La chiesa continuerà a non pagarla??????
TANTO ALLA FINE FANNO CASSA ALLE SPALLE DI CHI A FATTO TRENTANNI E OLTRE DI SACRIFICI E COSTRINGONO A VENDERE X PAGARE LE TASSE X ARRICCHIRE CHI NE A GIA’ TANTI
L’Imu sulla prima casa indipendentemente dalla categoria non dovrebbe pagarla nessuno oppure la dovrebbero pagare tutti.