IRS: cos’è e come funziona l’Interest Rate Swap
L’IRS o Interest Rate Swap è un tasso d’interesse, che per dirla con parole semplici, è collegato ai mutui a tasso fisso e che consente alle banche di evitare perdite di denaro derivanti dalla stipula di questi contratti, soprattutto se di lunga durata in quanto è proprio il “tempo” del contratto a esporre la banca a un rischio maggiore. Nel corso degli anni in effetti è impossibile riuscire a prevedere l’andamento dei mercati. Da qui l’adozione di un parametro come l’IRS che tutela gli istituti di credito da queste situazioni di “rischio”. Ma vediamo di capire meglio che cos’è l’IRS.
Come si calcola l’IRS
L’Interest Rate Swap è un tasso d’interesse interbancario che viene calcolato tenendo presente una media dei tassi applicati da un paniere di banche che fanno parte dell’Unione Europea. Il suo valore viene comunicato giorno per giorno dalla Federazione Bancaria Europea e la sua percentuale è influenzata dalla durata dei contratti swap sui tassi d’interesse stipulati dalle banche.
Cos’è lo swap
Detto questo, cosa sono i contratti swap? La Borsa italiana definisce lo swap come quel “contratto con il quale due controparti A e B decidono di scambiarsi somme di denaro (più comunemente la differenza tra queste ultime) in base alle specifiche del contratto stesso.”
L’IRS e i mutui a tasso fisso
Fatta questa premessa generale l’IRS è un tasso che interessa in particolare i soggetti che hanno intenzione di stipulare un mutuo a tasso fisso. Abbiamo infatti anticipato che il suo valore è influenzato dalla durata dei contratti swap.
Per questo le banche, prima di accettare di contrarre un mutuo con un cliente, esaminano l’IRS rapportato alla durata del contratto da stipulare, questo perché maggiore è la durata del mutuo superiore sarà il rischio a cui si espone la banca.
Variazione dell’Interest Rate Swap
Chi osserva l’andamento dell’Interest rate Swap non può infatti non notare che il tasso in genere varia al variare della durata del finanziamento. In particolare l’IRS sale all’aumentare della durata del finanziamento. Le ragioni di tali variazioni sono legate al rischio. Per questo la banca fa acquistare il rischio dell’aumento dei tassi in futuro a chi è disposto a stipulare un contratto di swap.
Cosa incide sulla variazione dell’IRS
A incidere sull’andamento dell’IRS però non sono solo la durata del finanziamento e il rischio legato a questo fattore. A incidere sull’Interest rate swap infatti è soprattutto l’andamento dei Bund tedeschi. Anche in relazione a questi tassi infatti, più elevata è la probabilità che aumentino, maggiore sarà il valore dell’IRS applicato dalla banca, la quale, nel momento in cui contrae un mutuo non farà che rigirare sul mutuatario il costo, a cui aggiungerà naturalmente, il suo margine di guadagno che è rappresentato dallo spread. L’IRS quindi non è altro che il tasso iniziale che, con l’aggiunta dello spread, diventa il tasso finito su cui maturano gli interessi del mutuo contratto.
I vantaggi per le banche
Alla luce di quanto detto è chiaro che l’IRS non è altro che uno strumento pensato per tutelare le banche quando stipulano un mutuo a tasso fisso, se infatti questo tipo di contratti sono convenienti per il cliente quando il costo del denaro supera quello della rata, non si può dire che lo siano altrettanto per la banca. Da qui l’applicazione dell’IRS, che garantisce sempre delle entrate alla banca in quanto l’IRS non è altro che un accordo che viene stipulato tra una banca e un investitore che si accolla il rischio di una variazione dei mercati negativa.
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