Cambio domicilio: come si fa
Cerchiamo di capire insieme che cos’è nello specifico il domicilio, come viene definito e disciplinato dal codice civile e tutelato dalla Costituzionale, di quanti e quali tipi ne esistono e come si effettua il cambio, anticipando che, a differenza della residenza, per cambiarlo non sono richieste grosse formalità o inutili perdite di tempo. Basta una semplice autodichiarazione, che si può comunicare ai privati con cui si hanno rapporti di interesse o affari anche via fax e che gli organi della PA e i gestori di servizi pubblici sono obbligati a ricevere.
Cos’è il domicilio
Il domicilio è definito dall’art. 43 del codice civile come il luogo in cui la persona stabilisce la sede principale dei suoi affari e interessi.
L’art. 14 della Costituzione ne sancisce l’inviolabilità, in esso infatti “Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale. Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali.”
L’art 45 del codice civile fa poi coincidere il domicilio dei coniugi con il luogo in cui gli stessi hanno fissato il centro dei loro interessi o affari mentre per quanto riguarda i minori, esso corrisponde con la residenza della famiglia o del tutore.
L’art. 46 del codice civile prevede inoltre che, per quanto riguarda le persone giuridiche, quando la legge fa dipendere per loro determinati effetti dal domicilio, deve farsi riferimento al luogo in cui hanno stabilito la loro sede.
L’elezione di domicilio
Chiarito che il domicilio è il posto in cui si elegge la sede dei propri affari e interessi, è bene precisare che esso si traduce in una situazione di diritto perché non esige, a differenza di quanto richiesto per la residenza, la presenza fisica del soggetto. Esso infatti coincide in genere con il suo luogo di lavoro. A questo tipo di domicilio, che coincide in genere con quello generale, si affianca quello speciale che, come prevede l’art 47 del codice civile viene effettuato per iscritto ma limitatamente a determinati affari o interessi. L’esempio più tipico di elezione di domicilio speciale, contenuta in genere nel mandato professionale, è quella che si effettua presso lo studio legale del proprio avvocato a cui si è conferito l’incarico di difesa per una causa giudiziaria.
Come fare il cambio di domicilio
Fatte queste doverose premesse vediamo come si effettua il cambio di domicilio.
La normativa di riferimento che si occupa di disciplinare il cambio di domicilio è DPR n. 445/2000 contenente il “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa.”
In base a questo articolo in sostanza, il soggetto che decide di cambiare il proprio domicilio, può comunicarlo ai soggetti interessati attraverso una semplice dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, ovvero una attestazione scritta e firmata, in cui il soggetto dichiara di aver eletto il suo domicilio in un determinato luogo.
Online è possibile trovare diversi modelli di autocertificazione precompilati per il cambio di domicilio. Tale dichiarazione, una volta redatta in ogni sua parte, deve essere accettata dai soggetti a cui può essere presentata, come gli organi delle PA, i gestori di servizi pubblici. Insomma niente formalità come quelle previste per il cambio di residenza.
Per quanto riguarda poi i privati con cui il soggetto intrattiene rapporti di affari, legati per lo più alla sua attività lavorativa o professionale, il cambio di domicilio può essere comunicato con una dichiarazione scritta in cui, oltre ai propri dati, occorre indicare la sede del nuovo domicilio, per consentire loro, in caso di necessità, di avere un indirizzo di riferimento, per restare in contatto, ricordandosi di allegare all’autocertificazione copia di un documento d’identità in corso di validità.
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