Canone concordato 2019: le novità
I contratti di locazione a canone concordato sono quelli il cui canone è definito dalle associazioni maggiormente rappresentative di proprietari immobiliari e inquilini. La norma di riferimento si trova nella legge n. 431/1998, anche se nel 2017 un decreto ministeriale ha apportato importanti modifiche alla materia.
Nel 2019 invece la novità più importante è stata introdotta dal decreto n. 34/2019 che ha previsto la proroga biennale del contratto a canone concordato, fornendo l’interpretazione autentica di una disposizione dell’art. 2 della legge 9 dicembre 1998, n. 431.
Altra “novità” per il 2019 è altresì quella che consente di optare, anche per i contratti a canone concordato, per il regime della cedolare secca che, per gli immobili siti in determinati comuni, è prevista nella misura ridotta del 10% rispetto a quella ordinaria del 21%.
Cosa sono i contratti di locazione a canone concordato
Prima di vedere le novità del 2019 sul canone concordato, cerchiamo di capire che cosa si intende con questo termine e quali sono i contratti di locazione a canone concordato previsti dal nostro ordinamento.
La normativa a cui fare riferimento per comprenderlo è la legge n. 431/1998, che ha previsto diversi tipi di contratti di locazione, che si distinguono tra loro per durata e canone.
=> Canone concordato, cos’è e conviene?
Canone libero e concordato
Il primo tipo di contratto di locazione è quello a canone libero, disciplinato dall’art. 2 comma 2 della legge n. 431/1998 che si caratterizza per una durata minima di 4 anni prorogabili di altri 4.
Il secondo tipo invece è quello a canone convenzionato o concordato, disciplinato dall’art. 2 commi 3 e 4, che ha una durata di 3 anni, prorogabili di altri 2.
La differenza principale tra i due tipi di contratti, oltre alla durata è il canone, che nel primo caso è convenuto tra le parti, mentre nel secondo è stabilito dalle convenzioni territoriali a cui addivengono le organizzazioni più rappresentative dei proprietari edilizi e dei conduttori.
A queste tipologie di contratti se ne aggiungono altre due, quelli per gli studenti universitari, disciplinati dall’art 4 bis e 5 della legge n. 431/1998 e quelli transitori previsti dall’art. 2 e 3 della legge n. 431/1998, entrambi a canone concordato.
I contratti a canone concordato hanno subito importanti modifiche con l’entrata in vigore del Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 gennaio 2017, che ha stabilito nuovi criteri di determinazione del canone nelle contrattazioni territoriali tra le associazioni dei proprietari e degli inquilini e ha aggiornato la modulistica a cui ricorrere per la stipula di questi accordi.
Canone concordato 2019: il rinnovo dei contratti
Per quanto riguarda invece le novità introdotte nel 2019, occorre fare riferimento prima di tutto all’art. 19 bis del decreto legge n. 34/2019, convertito nella legge n. 58/2019. Questo articolo fornisce infatti l’interpretazione autentica in materia di rinnovo dei contratti di locazione a canone agevolato stabilendo il seguente principio: “Il quarto periodo del comma 5 dell’articolo 2 della legge 9 dicembre 1998, n. 431, si interpreta nel senso che, in mancanza della comunicazione ivi prevista, il contratto è rinnovato tacitamente, a ciascuna scadenza, per un ulteriore biennio.”
In sostanza la norma prevede che una volta scaduto il periodo di proroga biennale di un contratto a canone concordato, l’accordo si rinnovi di altri due anni, a meno che naturalmente non intervenga la disdetta contrattuale.
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