Come affittare casa ammobiliata
Affittare una casa ammobiliata non è molto diverso dallo stipulare un contratto di locazione di un immobile vuoto. I tipi di contratti sono esattamente gli stessi previsti per la locazione di una casa vuota, ovvero a canone libero, concordato, transitorio e per studenti universitari, che si diversificano tra di loro soprattutto per la durata, visto che mirano a soddisfare esigenze abitative differenti. L’elemento che caratterizza il contratto che viene stipulato per affittare una casa ammobiliata è rappresentato dall’inventario dei beni, che può essere contenuto nell’accordo o allegato allo stesso oppure redatto su un documento a parte. Non solo, nel momento in cui si stipula un contratto di affitto di una casa ammobiliata il locatore deve fornire delle garanzie ulteriori per quanto riguarda il funzionamento degli elettrodomestici e il buono stato degli arredi.
Vediamo quindi cosa si deve fare per affittare una casa ammobiliata.
Quale contratto per affittare casa ammobiliata?
Chi sta considerando di affittare una casa ammobiliata quasi sicuramente ha già una sua abitazione e magari vuole far fruttare un immobile ricevuto in eredità o la casetta per le vacanze. In ogni caso è bene sapere come muoversi. La legge infatti contempla diversi tipi di contratti di locazione, ognuno dei quali si differenzia dagli altri per la durata e per le condizioni contrattuali.
Le opzioni di contratto
Prima quindi di addentrarci nell’argomento specifico di come affittare una casa già ammobiliata vediamo quali sono le opzioni contrattuali a cui può ricorrere il locatore:
– Contratti di locazione a canone libero: questo contratto trova la sua fonte primaria nelle legge n. 392/1978 che ha una durata minima di 4 anni rinnovabili di altri 4 salvo disdetta, detti anche 4+4..
– Contratti di locazione a canone concordato: anche questa tipologia contrattuale è prevista e disciplinata dalla legge n. 392/1978 ed è così chiamata perché il canone, in genere inferiore a quello di mercato, è il frutto di un accordo tra le associazioni di categoria di locatori e inquilini. La durata di questi contratti è di 3 anni, rinnovabili di altri due, ovvero 3+2.
– Contratti di locazione ad uso transitorio: sono molto utilizzati per soddisfare esigenze abitative momentanee. Basti pensare a un lavoratore che deve trasferirsi per ragioni di lavoro. In questo caso l’esigenza abitativa transitoria deve essere provata con documentazione e allegata al contratto, a giustificazione appunto della breve durata del contratto che non può superare i 18 mesi.
– Contratti di locazione per studenti universitari: trattasi di accordi di durata variabile, ossia dai 6 mesi ai 3 anni, rinnovabile alla prima scadenza, ameno che il conduttore non voglia disdire il contratto.
Cosa bisogna fare per affittare una casa ammobiliata?
Nel momento in cui si decide di affittare una casa ammobiliata è bene sapere che in questo caso è necessario indicare nel contratto stesso o in un documento separato tutto ciò che compone l’arredo dell’immobile (cucina, divano, poltrone, televisione, mobilio bagno e camere da letto).
L’inventario
Insomma si deve procedere a un vero e proprio inventario di tutto ciò che è presente nella casa e che si intende concedere in godimento al conduttore. Questo elenco è necessario perché il locatore potrà verificare che tutto quanto è in esso contenuto verrà restituito alla scadenza nella stessa condizione in cui sono stati dati in consegna, fatta eccezione della normale usura dovuta all’uso.
Come anticipato le parti possono riservare a questo inventario una vera e propria clausola contrattuale o un foglio da allegare all’accordo oppure decidere di stipulare un vero e proprio contratto separato, avente ad oggetto solo la mobilia, gli elettrodomestici e tutto quanto concesso in godimento al conduttore. In questo caso però è bene sapere che la legge prevede regole diverse per quanto riguarda il pagamento dell’imposta di registro da sostenere al momento della registrazione.
L’imposta di registro
Nel caso infatti in cui l’inventario dei beni mobili è contenuto nel contratto l’imposta di registro è pari al 2% dell’ammontare dei canoni previsti per l’intera durata della locazione, se invece le parti preferiscono redigere due documenti separati è bene sapere che in questo caso l’imposta di registro è duplice, ovvero 2% per il bene immobile e 3% per i beni mobili che rappresentano l’arredo della casa. La legge di stabilità 2016 prevede che sia il locatore a dover registrare il contratto entro 30 giorni dalla firma. Nel caso in cui poi l’unità immobiliare affittata con gli arredi si trova all’interno di un condominio, il locatore deve informare dell’avvenuta registrazione sia l’inquilino che l’amministratore del condominio a mezzo Pec o con lettera raccomandata.
Quali requisiti per poter affittare la casa già ammobiliata?
Il locatore che decide di affittare una casa ammobiliata deve naturalmente concedere in godimento al conduttore un immobile che abbia tutte le caratteristiche necessarie a renderlo idoneo all’uso abitativo a cui è destinato.
Egli è quindi tenuto a garantire che tutti gli impianti (elettrico, idraulico, gas, ecc.) siano a norma, che tutti gli elettrodomestici (forno, frigorifero, congelatore, ferro da stiro ecc.) siano perfettamente funzionanti e che i locali siano in condizioni igieniche idonee. Molto importante inoltre la certificazione energetica dell’immobile. Più è alta più alto è il canone che il locatore può chiedere, visto che il conduttore ha la possibilità di risparmiare parecchio sulle bollette.
A chi spettano le spese di manutenzione della casa ammobiliata?
La ripartizione delle spese di manutenzione del mobilio che arreda la casa avviene con gli stessi criteri previsti per l’immobile. Le spese di manutenzione ordinaria, richieste per l’usura dovuta all’uso, sono a carico del conduttore, quelle di straordinaria amministrazione invece, che richiedono interventi più importanti, come un gusto all’impianto di riscaldamento, ad esempio, sono a carico del locatore.
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