Il Codice identificativo strutture ricettive
Per contrastare l’abusivismo nella gestione degli affitti turistici, nel tempo molte regioni hanno adottato un codice identificativo obbligatorio per ogni struttura ricettiva, inclusi gli appartamenti affittati online tramite apposite piattaforme di annunci. Il Codice Identificativo di Riferimento (detto CIR) ha recentemente assunto valore di legge a seguito dell’approvazione definitiva del decreto “Crescita” (d.l. n. 34/2019, conv. in legge n. 58/2019) entrata in vigore il 30 giugno 2019.
Nel provvedimento, infatti, ha trovato spazio una normativa antievasione relativa al settore turistico – ricettivo, che mira a responsabilizzare gli intermediari immobiliari, a avversare l’abusivismo e a stanare chi non paga le tasse.
Codice identificativo di riferimento: cosa prevede la legge
La legge ha previsto che le strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi debbano essere identificate secondo un codice alfanumerico (denominato “codice identificativo”), da utilizzare in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza.
Sarà un decreto ministeriale, previsto entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge, ad occuparsi di disciplinare i criteri che determinano la composizione del codice identificativo, sulla base della tipologia e delle caratteristiche della struttura ricettiva, nonché della sua ubicazione nel territorio comunale.
Ancora, al fine di migliorare la qualità dell’offerta turistica, assicurare la tutela del turista e contrastare forme irregolari di ospitalità, anche ai fini fiscali, la legge ha previsto l’istituzione, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di un’apposita banca dati delle strutture ricettive nonché degli immobili destinati alle locazioni brevi.
L’Agenzia delle Entrate, dunque, potrà in futuro accedere ai dati relativi al predetto codice identificativo e accedere a tutte le informazioni presenti nella “Banca dati” per effettuare i necessari controlli.
Il “bollino” sugli annunci, dunque, dovrebbe entrare a regime presumibilmente da agosto 2019. Nel frattempo il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, ha dichiarato che incontrerà le Regioni “per accelerare al più presto l’introduzione del codice e l’istituzione della banca dati per le locazioni, e gli operatori del settore che si sono già resi disponibili a collaborare per rendere questo strumento il più possibile utile, sia per le imprese che per i turisti, che potranno così essere certi e garantiti della struttura che li sta ospitando”.
Le sanzioni
L’obbligo di pubblicare il codice identificativo nelle comunicazioni inerenti all’offerta e alla promozione grava sui titolari delle strutture ricettive, sui soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, nonché sui soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile o porzioni di esso con persone che dispongono di unità immobiliari o porzioni di esse da locare.
Coloro che non osserveranno le disposizioni sulla pubblicazione del codice identificativo nelle comunicazioni, rischiano una sanzione pecuniaria che va da 500 euro a 5.000 euro.
In caso di reiterazione della violazione, la sanzione è maggiorata del doppio.
Da Codice Citra a CIS, ecco le regioni che hanno adottato il Codice Identificativo
Prima dell’entrata in vigore la legge n. 58/2019, diverse Regioni italiane hanno adottato dei codici identificativi turistici che i locatori avrebbero dovuto pubblicare in occasione delle iniziative pubblicitarie.
CIR
In Italia, tra le regioni apripista vi sono Lombardia e Toscana, che con appositi provvedimenti regionali hanno deciso di introdurre i CIR, ovvero dei codici identificativi che saranno tenuti ad adottare e comunicare coloro che concedono in locazione alloggi (in strutture non alberghiere) con finalità turistiche prenotati tramite web o agenzia.
CIS
In Puglia, invece, è stato introdotto il Codice identificativo di struttura (CIS) assieme a un registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere per facilitare il censimento e il controllo contro l’abusivismo. Anche il Veneto ha preso in esame un disegno di legge relativo all’introduzione del CIR per le strutture in locazione turistica.
CITRA
In Liguria, infine, sono attivi i codici CITRA, Codici identificativi regionali degli Appartamenti ammobiliati a uso turistico (AAUT), ovvero le unità immobiliari di civile abitazione, in numero non superiore a tre nell’ambito dello stesso territorio comunale, date in locazione a turisti dai proprietari, dai soggetti che ne hanno disponibilità in forza di un diritto reale di godimento (uso e usufrutto) e dai soggetti che ne hanno disponibilità in forza di un contratto di locazione o di comodato.
A seguito delle modifiche recentemente previste dal legislatore, dunque, tutte le Regioni italiane dovranno presumibilmente e in tempo brevi adeguarsi alle novità e introdurre una disciplina puntuale dei Codici identificativi dedicati alle strutture ricettive.
TI POTREBBE INTERESSARE
LA TUA NUOVA CASA? DOVE SVENTOLANO LE BANDIERE BLU 2019
Sono stati annunciati i 183 comuni vincitori del riconoscimento Bandiera Blu, otto in più dei 175 dello scorso anno, per un totale di 385 spiagge, circa al 10% delle spiagge premiate a livello mondiale.
Leggi tutto
CASA AL MARE: L’INVESTIMENTO A CUI PENSARE
Una casa al mare non è solo una casa vacanze ma può esser anche un buon investimento a cui pensare. Oltre che un porto sicuro per le proprio vacanze, la casa al mare potrebbe tornare a diversificare gli investimenti delle famiglie italiane.
Leggi tutto
Articolo molto utile! Grazie
Complimenti per l’articolo.
Una delle principali domande che martellano i proprietari!