Fondi Immobiliari in Italia: patrimonio a 50 miliardi
Il miglioramento delle prospettive economiche, i bassi livelli dei rendimenti obbligazionari e una liquidità consistente favoriscono la crescita dei fondi immobiliari in Europa.
È l’ultimo rapporto di Scenari Immobiliari su I Fondi Immobiliari in Italia e all’Estero, che analizza in maniera accurata l’andamento di questo mercato.
PANORAMICA
Dopo una lieve flessione nel biennio 2008-2009, il patrimonio dei fondi operativi negli otto Paesi europei considerati ha ricominciato a crescere a un ritmo medio del 7,3 per cento annuo nel periodo 2010-2013, per accellerare negli ultimi anni, con una crescita del 9,8 per cento nel 2014, del 10,8 per cento nel 2015 e del 12,4 per cento nel 2016.
Negli ultimi anni i veicoli riservati agli investitori qualificati hanno segnato un progresso più rapido, in considerazione delle maggiori difficoltà dei fondi retail nella fase recessiva e della crescente domanda di esternalizzazione della gestione immobiliare da parte degli investitori istituzionali.
Attualmente oltre due terzi del Nav complessivo in Europa è gestito da fondi riservati e la percentuale sale con riferimento ai soli fondi non quotati.
I fondi non quotati hanno registrato una notevole evoluzione in seguito al recepimento della direttiva sulla gestione dei fondi di investimento alternativi (Aifmd) che ha avuto un impatto significativo anche sulla governance delle società di gestione, considerata un elemento competitivo fondamentale dalla maggior parte degli investitori.
Il 2016 si è chiuso con un patrimonio totale (Nav) di oltre 500 miliardi di euro.
I FONDI IMMOBILIARI IN ITALIA
L’ Italia in linea con quanto accade negli altri Paesi europei, conferma la ripresa dei mercati immobiliari e ne rappresenta un “motore” importante.
Nel corso del 2016 il Nav dei fondi immobiliari italiani, in base alla chiusura dei bilanci, arriva a toccare i 48 miliardi di euro. Per l’anno in corso, sulla base delle informazioni attualmente date dalle Sgr, dovrebbe arrivare a 50 miliardi di euro, con un incremento del quattro per cento sull’anno precedente.
Il patrimonio immobiliare detenuto direttamente è già di oltre 53 miliardi di euro e potrà crescere fino a 55 miliardi, con una quota sempre più ampia di settore pubblico.
Più che nel passato, a fianco degli operatori italiani sono attese Sgr di proprietà internazionale che utilizzano questo strumento per operare – anche in modo intenso – sul mercato nazionale. Quindi le prospettive potrebbero essere più positive rispetto a quanto previsto.
Il costo del denaro si è mantenuto molto basso nel 2016 e, nonostante minimi segnali di incremento, il dato sommato alle operazioni di ristrutturazione del debito, ha permesso una ulteriore riduzione dell’indebitamento del sistema che in cinque anni è sceso da 30 miliardi di euro a 25,5 miliardi.
Il numero di fondi operativi è aumentato e appare in crescita anche nel 2017, anche al netto delle liquidazioni di molti fondi “familiari”.
La performance media si conferma positiva anche se in leggero calo rispetto al 2016, sempre con ampia oscillazione tra fondi retail e riservati.
L’asset allocation vede pochi stravolgimenti, ma un ampliamento del peso dei settori legati alla logistica specializzata e alle residenze per specifiche categorie.
IL FUTURO PROSSIMO DEL MERCATO IMMOBILIARE ITALIANO VISTO DALLE SGR
Scenari Immobiliari ha promosso un questionario alle società aderenti al gruppo di lavoro, con l’obiettivo di fornire una panoramica sulla percezione delle Sgr rispetto al futuro del mercato immobiliare nazionale e dei fondi immobiliari e su come gli importanti cambiamenti in atto potranno condizionare le società stesse e le operazioni di investimento future. Ha collaborato l’ottanta per cento delle Sgr.
Per quanto riguarda il panorama del sistema economico italiano del 2016, oltre la metà delle Sgr ha registrato un leggero miglioramento ed oltre un quarto la permanenza di una situazione stabile.
Quasi le medesime opinioni si registrano per l’anno in corso.
Si consolidano le attese per un possibile miglioramento delle performance sul medio periodo (3-5 anni), per le quali il settanta per cento delle Sgr ritiene possibile il registrarsi di un miglioramento, a fronte di un tredici per cento che crede in un mantenimento della
stabilità e solo un sette per cento che pensa potrà peggiorare.
L’industria immobiliare che comprende il settore real estate, delle costruzioni e dei servizi, nonostante le difficoltà degli ultimi dieci anni, è di assoluto rilievo per l’economia nazionale, rappresentano oltre il venti per cento del Pil.
Rispetto ai risultati ottenuti nell’anno appena concluso, le società aderenti hanno dato una lettura complessivamente positiva, evidenziando un lieve miglioramento (34 per cento), a fronte di una sensazione di stabilità o miglioramento più significativo (28 per cento).
Per quanto riguarda le performance attese nei prossimi anni, una bassa percentuale restituisce un sentimento pessimista, contrapposto all’84 per cento delle risposte, che si dividono parimenti tra una previsione di stabilità e una prospettiva di miglioramento generale della situazione.
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