Prudenza e immobili nei risparmi degli italiani
Italiani popolo di risparmiatori cauti. Conti deposito e immobili sono le due soluzioni preferite per metter al sicuro i risparmi.
È quanto emerge dall’ultima Indagine Internazionale sul Risparmio a cura del dipartimento di Consumer Economics ING di Londra.
La ricerca evidenzia come le scelte dei risparmiatori italiani siano orientate alla massima prudenza: il 60% degli intervistati dice di possedere denaro investito in conti di deposito, mentre il 30% afferma di avere immobili diversi dalla prima casa.
Al terzo posto i metalli preziosi come oro e argento, preferiti dal 25% del campione. Al quarto posto si trovano quote di fondi comuni e obbligazioni con un 20% delle scelte degli intervistati.
Le azioni si posizionano al quinto posto perchè risultano essere presenti nei portafogli del 15% degli italiani.
Solo il 5% del campione considerato nella ricerca ha parlato di investimenti alternativi. Il 40% non li ha mai considerati mentre il 20% ritiene i rendimenti di prodotti alternativi troppo incerti.
Secondo lo studio, la fase prolungata di tassi vicini allo zero sta influendo negativamente “sulla soddisfazione rispetto al risultato dei propri investimenti, suscitando anche preoccupazione rispetto ai risparmi pensionistici e alla possibilità di raggiungere gli obiettivi di investimento prefissati citati da un quarto del campione nazionale“.
Tuttavia, gli italiani mostrano maggiore serenità rispetto all’ammontare dei propri risparmi e alla capacità di far fronte ai debiti. L’ultima rilevazione ha infatti registrato un aumento del 7% (contro una crescita media europea del 6%) di persone che si dicono soddisfatte o molto soddisfatte rispetto al livello dei propri risparmi. Si attesta invece al 35% la percentuale di coloro che sono a proprio agio con il mutuo (+8%).
Nonostante il crescente interesse verso la solidità patrimoniale dell’istituto di credito a cui si affidano, gli italiani continuano ad avere una scarsa familiarità con i principali termini della finanza; ad esempio solo il 10% degli intervistati ha affermato di sapere esattamente cosa sia il CET1 ratio, mentre il 70% ha dichiarato di non sapere affatto di cosa si tratti e il restante 18% di avere solo una vaga idea.