Se la multiproprietà si rottama
Un italiano su due se ne vuole liberare. Sono 130 mila i titolari di immobili in multiproprietà e almeno la metà ritiene di avere fatto un acquisto sbagliato. È quanto emerge dal primo studio di settore su questo particolare segmento del mercato immobiliare effettuato dall’Università Bicocca di Milano. Trovare una via di uscita non è facile. Perché di solito per gli immobili di vacanza si acquista il godimento di alcuni millesimi l’anno e soprattutto l’onere delle spese resta, a prescindere dall’effettivo utilizzo della proprietà. Ma c’è chi promette di far finire l’incubo.
Si chiama Executive Travel Company (Etc), guidata da Domenico Marengo, che ha importato per primo in Italia una decina di anni fa la rottamazione e la permuta immobiliare con soluzioni vacanza innovative. Il suo motto è: «Rottama e torna a viaggiare in libertà». E ha scoperto un mondo a parte. «Spesso le vendite proposte nascondevano in realtà l’immissione in un circuito impossibile di proposte: ti vendo la settimana in Puglia ma poi ti costringo alla Tanzania con costi di viaggio e spese che lievitano» spiega Marengo.
Insomma, storie al limite della truffa. Etc le rileva e le intesta ad un circuito vacanza che li utilizza come spazio per far viaggiare i propri soci. «Ci differenziamo da tutti gli operatori perché liberiamo i proprietari del titolo immobiliare e delle spese dell’appartamento e consentiamo loro l’ingresso nell’Expo Vacation Club. Entrando nel Club si ha la possibilità di accedere a pacchetti turistici: fino a 5 settimane di vacanza in oltre 500 resort in tutto il mondo, weekend illimitati in hotel a 4 e 5 stelle in Italia e in Europa pagando solo colazione e cena, scontistica fino al 70% su crociere e acquisto viaggi con i principali tour operator, servizio assistenza personalizzato: prenotazione aerei, ristoranti, hotel,assistenza telefonica on site.
Per ora hanno aderito al programma circa mille famiglie. Alla fine del 2010 partirà anche la formula «Holyday Class» che permette di soggiornare in 500 Paesi europei gratuitamente, si pagano solo colazione e cena, costi che la famiglia sosterrebbe comunque e soddisfa soprattutto le esigenze di chi cerca le vacanze brevi, il weekend. Niente soldi, quindi, ma nuovi pacchetti vacanza, questa volta liberi da spese. «Assegniamo un punteggio di valore alla multiproprietà in base alla località e alla settimana, con un prezzo di listino» dice Marengo. «Poi se è interessante per noi, il Club se la intesta per utilizzarla, o in altri casi la cancella/trasferisce a terzi, chiaramente sempre previo adesione ai nostri programmi da parte del cliente, con integrazione economica o in altre parole con una permuta». Per il proprietario non sempre si tratta di andare alla pari ma di rientrare delle spese. Non si ricevono soldi, anzi, se ne devono spendere: «È lo stesso concetto dell’auto: nessuno ritira l’usato da rottamare pagando ma applicando un forte sconto sul nuovo che permette di recuperare il valore del vecchio» dice Marengo.
Il fenomeno della multiproprietà è tutto italiano. All’estero funzionano altre formule ma da noi chi ha fatto i soldi facendo balenare l’idea della seconda casa a settimane ha venduto il prodotto per quello che non è. «Tra i nostri servizi c’è quello della visita dell’agente a casa del cliente e ogni volta servono almeno tre ore per spiegare dei dettagli cosa hanno realmente sottoscritto». Il modello di Etc si ispira quello dei grandi gruppi come Hilton e Marriot dove vige il concetto di multivacanza: si può decidere di fare la vacanza non pagando più l’albergo ma il pacchetto club. «Sappiamo di lavorare sulle ceneri. Per questo dobbiamo anche faticare il doppio ma una volta spiegate le cose i nostri clienti si sentono liberi di tornare a viaggiare» dice. «E non è poco».
Ma la multiproprietà, secondo Marengo, non è un male assoluto, solo che è stata sbagliata la distribuzione. «Sarebbe stato il prodotto giusto per chi era certo di andare in una certa località, sempre quella, in una data settimana, la stessa ogni anno» dice. «Invece è stata venduta come una seconda casa. A casa mia si chiama imbroglio».