Mutui, torna l’interesse sul tasso fisso
Rate bloccate e interessi al minimo storico del 4%. È il «binomio vincente» con cui i mutui a tasso fisso stanno di nuovo riconquistando le preferenze dei risparmiatori italiani, spinti anche dalle offerte allettanti che arrivano da molti istituti di credito. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il gruppo Banco Popolare che da qualche giorno offre, in promozione fino al 30 novembre prossimo, un nuovo finanziamento a interessi costanti (che si chiama LastMinute) con un tasso annuo nominale (Tan) pari a 2,95% per i primi 24 mesi e al 4% per gli anni successivi, qualunque sia la durata. Prima ancora si è mossa Bnl (Gruppo BnpParibas) che nella seconda metà di ottobre ha abbassato al 3,99% gli interessi applicati sul proprio mutuo a tasso fisso Spensierato, per chi lo sottoscrive prima della fine di novembre. Entrambi gli istituti hanno dunque capito quello che le statistiche dicono già da tempo: gli italiani non si fidano molto delle parole di Jean Paul Trichet, il presidente della Banca Centrale Europea (Bce) che la scorsa settimana ha detto di non voler alzare il costo del denaro, almeno nel breve periodo.
Da giugno scorso in poi, secondo i dati dell’Osservatorio di MutuiOnline, chi è indebitato per comprare un immobile ha infatti preferito, in molti casi, fissare per sempre l’importo della rata, accendendo un finanziamento a interessi costanti. A fare questa scelta, negli ultimi 4 mesi, è stato ben il 38% dei risparmiatori, cioè il 13% in più rispetto al semestre precedente. Un altro 16% ha optato invece per i mutui col cap, cioè dei prodotti che, pur essendo indicizzati al costo del denaro, prevedono un tetto massimo per gli interessi passivi (e dunque anche per l’importo delle rate). Soltanto il 42% dei debitori ha preferito invece il tasso variabile “puro”, correndo il rischio di veder lievitare il costo del prestito, nel caso di un rialzo repentino dei saggi d’interesse nel Vecchio Continente. A spingere gli italiani verso questa improvvisa voglia di sicurezza, è stata anche la crescita dell’Euribor, il saggio sui prestiti interbancari europei, che ha nuovamente rialzato la testa. Questo indicatore, che è il principale parametro di riferimento a cui sono agganciati i mutui a tasso variabile, è salito infatti nelle scorse settimane al di sopra della soglia “psicologica dell’1% (nelle scadenze a 3 mesi) dopo aver toccato il minimo storico dello 0,6% circa nella primavera scorsa. Dunque, lo spettro di una ripresa del costo del denaro più veloce del previsto è tornato ad aleggiare tra i risparmiatori, convincendoli appunto a bloccare per sempre le rate.
Ma a fare la fortuna dei mutui a tasso fisso è stata anche, e soprattutto, la strategia adottata da molte banche. Oltre a Bnl e al Banco Popolare, diversi istituti ora propongono dei finanziamenti a interessi costanti con condizioni assai più vantaggiose rispetto al passato, cioè con un tasso attorno ai 4 punti percentuali all’anno (nella tabella in pagina sono riportati i prodotti meno costosi in circolazione, selezionati nel sito di MutuiOnline). <<La scelta delle banche ha anche lo scopo di fidelizzare la clientela>>, dice Roberto Anedda, vice president di MutuiOnline. Chi infatti accende questi nuovi finanziamenti, infatti, difficilmente troverà in futuro delle condizioni migliori sul mercato, visto che il costo del denaro è al minimo storico. Dunque, a detta di Anedda, chi si indebita a tasso fisso rimarrà probabilmente fedele alla propria banca per molti anni, senza la necessità di rinegoziare o sostituire il prestito in futuro, quando il costo del denaro tornerà a salire. Va ricordato, ovviamente, che la voglia di sicurezza ha un prezzo. Chi accende un mutuo a tasso fisso del valore di 100mila euro, infatti, oggi paga una rata tra 60 e 100 euro più alta di quella che dovrebbe sborsare scegliendo il tasso variabile, a seconda della scadenza prescelta.