Città italiane poco tecnologiche
Stando al terzo rapporto «Global City Report» redatto da Scenari Immobiliari e Generali Immobiliare Italia Sgr le principali città italiane sono piuttosto indietro per quanto riguarda l’innovazione in campo tecnologico. La ricerca analizza i progressi effettuati nel settore comunemente denominato Information and communications technology (Ict) e caratterizzato da un progresso estremamente rapido e per il quale le città investono importanti risorse in ricerca e sviluppo per mantenere o migliorare la propria posizione competitiva.
Basti pensare che i dati circolanti su Internet nel 2010 sono superiori di due terzi rispetto a quelli dell’anno precedente, mentre si stima che la capacità della rete mondiale di fibre ottiche, che sostiene tale traffico, raddoppi ogni 18 mesi. La domanda è destinata ad aumentare in modo ancora più evidente nei prossimi anni, anche in considerazione del sempre più diffuso utilizzo dei video, che generano più della metà del traffico globale di Internet, e allo sviluppo straordinario dei social network.
Nell’Unione europea il 65% delle famiglie ha accesso a Internet dalla propria abitazione, un dato che posiziona il vecchio continente dietro Stati Uniti e Canada dove la percentuale supera il 70%. Il 65% resta però un dato medio. Alcuni stati, soprattutto nordici, come Islanda ed Olanda raggiungono anche quote del 90%.
L’Italia si situa tra gli ultimi posti della classifica in Europa, anche se, prendendo in considerazione solo le grandi città, la situazione appare più equilibrata. Nonostante i progressi compiuti a Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia e Bari, il tasso di penetrazione della banda larga nel nostro Paese è molto basso, come confermano le statistiche effettuate alla fine del 2009 dall’Oecd sulla percentuale di famiglie collegate a Internet con banda larga, dalle quali emerge la supremazia dei paesi del nord Europa e di alcuni paesi extra europei.