Venezia, la ricostruiamo?
La metà della città di Venezia sarebbe da distruggere e ricostruire. Una casa su quattro ha oltre 40 anni di vita e molte abitazioni sono vecchie e da rottamare. Lo scrive in un suo studio Federico della Puppa che insegna all’università di Venezia ed è anche ricercatore del Cresme. Le case della città storica sono vecchie, il più delle volte con impianti non a norma soprattutto tra le strade della provincia che il ricercatore ha passato in rassegna. Su 390 mila abitazioni censite dall’Istat nel 2001, dice lo studio, circa il 45% andrebbe rottamato perché costruito fra il 1946 e il 1971.
Il 18,2% degli edifici presenta caratteristiche pessime, percentuale che sale al 23,3% nel centro di Venezia dove servirebbero con urgenza importanti interventi di manutenzione straordinaria. Gli aspetti più vecchi e che necessiterebbero di interventi più radicali sono gli impianti di riscaldamento datati che causano un enorme spreco di calore. A questo si aggiungono tecnolgie di costruzione che difficilmente consentono il recupero edilizio delle case. E che sono alla base di un mercato particolare come quello veneziano che dagli addetti ai lavori viene sempre identificato come «particolare», un «mercato a sé». Col 25,9% del totale regionale, Venezia è la provincia che presenta il maggior numero di abitazioni vuote, abbandonate o utilizzate come seconde case. E fanno parte di questa casistica non solo le case più datate ma anche gli immobili più recenti ma molto difficili da vendere perché o troppo grandi o comunque non adatti alle esigenze di oggi: case più piccole, accessibili non solo a grandi famiglie ma anche a giovani coppie, immigrati, single. Il Sindacato Inquilini Casa e Territorio (Sicet) denuncia inoltre l’aumento del 200% degli sfratti per morosità, evidenziando che negli ultimi mesi sono arrivate in Tribunale 40 istanze di sfratto alla settimana.