Le liberalizzazioni spaventano i mediatori
Valerio Angeletti, il presidente della Federazione italiana mediatori agenti d’affari, proprio non ci sta. La liberalizzazione della professione, così come prevista dalla direttiva europea dei servizi Bolkeistein, non piace e, anzi, desta più di una preoccupazione.
Soprattutto per le conseguenze, dice Angeletti, che potrebbero investire gli operatori del settore ma anche i consumatori qualora il mercato venisse privato di regole definite di comportamento. Apertura dei mercati, delle tariffe, delle tipologie di soggetti operativi nella mediazione anche immobiliare, sono concetti che ispirano poca fiducia tra gli addetti ai lavori. E il motivo è presto detto.
La categoria degli intermediari, ha fatto sapere la Fimaa, che conta circa 100.000 mediatori sul territorio nazionale, risulta già fortemente penalizzata dalla crisi economica e in molti, se la situazione non cambierà, saranno costretti a ridimensionare le loro aziende se non addirittura a chiuderle.
La difficoltà delle banche ad erogare i mutui finalizzati alle compravendite immobiliari sta relegando la categoria in una situazione insostenibile, fanno sapere dalla Fimaa, al punto da non poter più supportare ulteriori contraccolpi. Dunque meglio proteggere il territorio ed evitare che l’apertura del mercato peggiori le cose.
Ma siamo proprio sicuri che una maggiore liberalizzazione del settore non porti benefici ai consumatori?
Ma perchè la liberalizzazione non si comincia a fare nella pubblica amministrazione, io ci ho messo 18 mesi di burocrazia e dopo un corso a pagamento tenuto in una pubblica istituzione ed un esame scritto ed uno orale presso la CCIAA provinciale sono riuscito ad avere il patentino di “agente di affari in MEDIAZIONE IMMOBILIARE A TITOLO ONEROSO”, per svolgere l’attività ho dovuto iscrivermi a ruolo, pagare una assicurazione contro i rischi per un minimo 260.000 €uro, pagare i contributi INPS per circa 1900,00 €uro; tutto ciò ancora prima di cominciare a lavorare e ad organizzare un qualcosa che mi permettesse di procurarmi un reddito minimo. Non potevo svolgere la professione di geometra né quella di amministratore, tuttavia mi sono trovato di fronte ad una realtà in cui chiunque svolgeva impunemente l’attività di mediatore immobiliare, mascherandola sotto ogni forma: i professionisti (geometri, architetti, ingegneri, commercialisti, ragionieri ecc..) la mediazione la facevano passare come consulenza, in questo modo non tenevano nè il registro clienti nè compilavano l’antiriciclaggio e tutte le incombenze all’Agenzia delle Entrate cui è tenuto il mediatore immmobiliare.
Dall’altro lato ancora peggio gli amministratori di condomini ovvero i mediatori senza patentino e gli stessi dipendenti di agenzie di livello nazionale che pur di accaparrarsi il mandato di vendita di immobili danno valutazioni completamente errate ed esagerate facendo sballare il mercato reale e creando una immagine deleterea a tutta la categoria degli agenti immobiliari.
Credo che che più che una liberalizzazione occorra una una regolamentazione della materia, a partire dalla legge 39/89, magari cancellando i ruoli, ma creando gli albi professionali specifici degli agenti immobiliari.
Creando appositi corsi universitari specifici ad indirizzo urbanistico, energetico, paesistico, storico.
besso1950