Certificazione energetica: non averla significa perdere un’occasione
Dal 1 luglio la certificazione energetica della casa è obbligatoria se si decide di venderla: il decreto legislativo 192/2005 impone infatti a tutte le abitazioni che devono essere «trasferite a titolo oneroso» di allegare questa certificazione all’atto notarile, aggiungendola all’attestato di qualificazione energetica degli impianti (già in uso) che dimostra il livello di sicurezza di tubature e sistemi elettrici.
Con questo nuovo certificato, invece, si assegna un voto da A+ (massimo) a G (minimo) in base a quanto l’abitazione consuma al metro quadrato in gasolio e elettricità. Non consegnarlo significa correre il rischio di pagare penali molto salate: da poche a decine di migliaia di euro. Basta infatti che l’acquirente impugni l’atto e citi il venditore per inadempienza.
Ma fatta la legge, trovato l’inganno: le controparti, infatti, possono anche decidere di comune accordo di non far comparire alcun attestato di certificazione energetica. Basta che venga indicato espressamente nell’atto notarile.
Questo significa evitare al venditore la certificazione che deve essere richiesta a un geometra, un ingegnere o un architetto a fronte del pagamento di somme che variano da circa 300 a 700 euro in base alle dimensioni dell’immobile e alla difficoltà del lavoro. Ma per chi compra non c’è nessun risparmio. Anzi. Ottenere questa documentazione è importante perché consente di accedere agli sgravi fiscali del 55% delle spese sostenute per riqualificare la propria casa secondo nuovi e più avanzati requisiti energetici (in base a quanto disposto dalla Finanziaria 2009 e confermato dalla prossima in discussione in Parlamento) o ai fondi pubblici stanziati di anno in anno per le ristrutturazioni edilizie. Ma non solo. Gli esperti del settore indicano che avere già pronto l’attestato di certificazione energetica assegna al proprio immobile un valore superiore del 20% rispetto a un altro privo dello stesso attestato rendendolo oltretutto più facilmente vendibile. Insomma, una casa certificata si piazzerà prima e meglio di un’altra simile ma priva dell’attestato. Con grande soddisfazione dei professionisti che trarranno da questa nuova attività una buona fonte di business.
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